Quentin Tarantino. Qualche giorno fa.
Probabilmente non si sarebbe divertito neanche con questo “N” di Paolo Virzi, in un’ora e mezza, manco un inseguimento sugli asini o un colpo di sciabola. Ma a me è piaciuto molto.
C’è quella straordinaria capacità della commedia all’italiana di fare Commedia con materiale drammatico. Le forti tensioni sociali, gli amori irrealizzabili, i propositi di uccidere e di uccidersi non sono proposti in astratto o messi sullo sfondo di altri avvenimenti, ma sono lì, dentro la storia narrata ed espressi sullo schermo. E però il tutto è impacchettato da commedia, da storia (con la s minuscola) di persone credibili e reali, che s’incazzano e si scontrano e si sfogano. E funziona. E spesso fa ridere.
Tra gli attori: Auteuil interpreta l’imperatore sconfitto, ed è quasi scontato dire che lo fa magistralmente. Basta mettergli un cappello, ed è la copia sputata. Per di più, parla quel mezzo italiano con forte accento francofono che lo rende credibilissimo.
Mai visto ma la Bellocci recitare così bene. Sarà che per il ruolo di baronessa di Città di Castello, snob ma un po’ cafona, parla il suo dialetto, quindi la voce non scazza come solito.
E l’anarchico Martino è interpretato da Emilio Germano, pure in Mio fratello è figlio unico, che non ho visto, ma le mie amichette sedicenni dicono che lì abbia surclassato il nuovo idolo Scamarcio.
davedere davedere davedere
Nessun commento:
Posta un commento