venerdì 9 marzo 2007

Giusto due chiacchiere su Miike


Mi sto ripassando un po' di Miike Takashi per un articolo.
Visitor Q, Big Bang Love Juvenile A, Audition, MDP Psycho...
Mi sembra che aldilà di qualsiasi questione concernente i contenuti, il discorso più interessante sia quello sul linguaggio. Miike marcia spedito verso una rarefazione assoluta delle sue narrazioni: usa l'equivalente cinematografico di una prosa letteraria composta da periodi brevi e ordinati e didascalie puntuali (didascalie vere e proprie intendo, che interrompono la storia), il tutto organizzato per capitoli compatti e coerenti.
Poi, per mischiare un po' le carte e quasi s'annoiasse del suo stesso mestiere (con tutto quel che gira è comprensibile), sottrae qua e là segmenti fondamentali per la comprensione della trama e ingarbuglia la consecutio (in Big Bang Love il procedimento è lampante).

L'altra cosa che mi sembra ormai acclarata (Visitor Q è al riguardo un manifesto a lettere lampeggianti) è che Miike è un terrificante moralista. Non un rivoluzionario distruttore ma il figlio ribelle, e tuttavia sentimentale, di una famiglia di conservatori. Il sistema lo fa a pezzi dal suo interno, e questo lo rende ben più pericoloso (ed efficace).

In ogni caso, e al di là di tanti sproloqui, Visitor Q e Audition sono due capolavorissimi. MDP Psycho una chiavica.

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