Quasi una settimana che non vedevo un horror. Rimediato.
Con questo Headspace, che ha fatto più festival di genere che spettatori: filmetto a medio budget senza infamia e senza lode, ma comunque scusabile. Persino adocchiabile.
Maghi degli scacchi, cervelli ipertrofici, demoni porcini, tutto frullato in una trama originale sì, ma pure priva di senso alcuno.
Ci sono anche Sean Young e l'immancabile (divino sempre) Udo Kier. La prima se ne va di scena nei 5 minuti scarsi del prologo, che però sono anche i 5 minuti migliori del pacchetto.
Per indefessi dipendenti dal sangue.
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