A me John Cameron Mitchell piace.
E' uno dei vertici inferiori della triade che oggi incarna l'epitome del cinema queer: in cima sta Gus Van Sant, che generalemente coproduce, al suo fianco Jonathan Caouette (autore del devastante Tarnation, il film più doloroso degli ultimi 5 anni).
Mitchell ha girato due lungometraggi. Il primo fu il musical divinamente kitch (e con brani da infarto) Hedwig - La diva con qualcosa in più. Il secondo, ora, è Shortbus. Che è niente più e niente meno di una melodramma corale dolceamaro in saporita (magari un po' risaputa) salsa newyorkese. Funziona alla perfezione. Che se ne sia parlato alla nausea solo per l'alto contenuto di esplicito erotismo (anche e soprattutto omo) è solo ennesima riprova del degrado intellettuale ed etico, e dell'ipocrisia feroce, dei tempi che corrono. Sia invece lode agli dei se film del genere cominciano ad arrivare ad una decorosa distribuzione: la società si cambia anche così.
Delizioso. E con una splendida soundtrack.
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6 commenti:
Di questo film ne ha parlato molto ben Abby, la blogger di http://girlwithaonetrackmind.blogspot.com/. E devo dire che mi ha sempre ispirato. Dovrò recuperarlo al più presto.
bah..shortbus è un film che ho visto recentemente e l'ho messo nel cassetto del senza infamia e senza lode..ma cmq indirizzato verso la lode...
alcune cose sono molto belle e ben fatte, le idee sulle quali far girare un melodramma "alternativo" sono più che valide (condivido..ce ne fossero in giro film così)
la cosa che mi lascia perplesso è sostanzialmente questa: perché ogni volta che si parla di gay, amori gay e affini si finisce sempre nel circo?
sempre in un mondo estremo di costumi, maschere, promiscuità, "perversioni", malattie (non è questo il caso, ma cmq..)artisticità ecc..ecc..
e anche da parte degli stessi registi omosessuali
per dire, se "le fate ignoranti" lo avesse girato un etero veniva giù il mondo per la rappresentazione della comunità gay alla pizza e fichi..
non so se riesco a spiegarmi bene
è come se ogni film con un nero protagonista debbano contenere pallacanestro, rap, kkk eddie murphy e will smith.
la grandezza di una sit-com come will&grace era avere un gay borghese (avvocato), "sano" e tendenzialmente monogamo come protagonista. ecco..
ci vorrebbe un gay casa-ufficio-chiesa-litigate col partner, sessualmente pigro, e dai nefasti gusti in termini di arredamento, vestiario per poter finalmente dire ooohh...qualcosa di nuovo..noioso ma nuovo.
(voi mi direte e il vecchietto di la finestra di fronte? era malato..e i tipi di brockeb. mountain? lì era una grande idea..presente nel racconto.. cmq il film la spinge in basso dipingendo delle mogli che se tutte le donne fossero così altro che gay..)
"ci vorrebbe un gay casa-ufficio-chiesa-litigate col partner, sessualmente pigro, e dai nefasti gusti in termini di arredamento, vestiario per poter finalmente dire ooohh...qualcosa di nuovo..noioso ma nuovo."
C'è in Six Feet Under. Serie della madonna, tra l'altro.
cavoli..èd a maggio che ce l'ho da vedere e non mi ci sono ancora messo..cmq delu, shortbus recuperalo...e smettila di leggere i blog zozzi!
(ti ricordi quando mesi fa hanno fatto "l'inchiesta" per scoprire chi fosse la tipa..con tanto di trucco del recapito fiori e foto??)
te mi dirai..e allora lo conosci stò blog.
e io fischietto e ti dico "ma si vergogni lei, piuttosto!"
cmq a quanto pare sei l'unico tipo a londra che abby non si sia fiondato...
...o c'è qualcosa che non mi hai mai detto?
o eri in giappone in quel periodo?
Ahahah, confesso di aver pensato più volte di essere uno dei pochi sfigati a non essersi trombato Abby.
Che poi, sei tu ad avermi segnalato il suo blog, proprio in occasione del casino (e qui un ROTFL colossale ai media inglesi) sollevato dalla scoperta della sua identità.
Assumiti le tue responsabilità, per lama donna!
A proposito di Giappone, ci tornerò in autunno se tutto andrà come previsto.
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